Gli Usa scommettono sui reattori nucleari privati per battere la Cina. Che intanto…

Categoria: Economia

è possibile imboccare una strada che stimoli non solo l’economia, ma che rafforzi allo stesso tempo la sicurezza dell’America.

Guglielmo Calvi 25.6. 2025 insideover.com

Gli Stati Uniti sono pronti ad alzare il sipario su una nuova era dell’energia atomica. Il dipartimento dell’Energia (DOE) ha lanciato un programma volto a consentire alle aziende americane di costruire e testare prototipi di reattori avanzati fuori dal tradizionale contesto dei laboratori pubblici.

L’iniziativa nasce su impulso di un ordine esecutivo del presidente Donald Trump, partorito con l’intento di modernizzare il settore nucleare civile per lanciare un guanto di sfida a Pechino che, nell’ambito di sviluppo dei reattori atomici, sta dando del filo da torcere a Washington.

Un nuovo modello di sperimentazione

Attraverso un maggiore accesso ai finanziamenti privati, il programma ambisce a mettere le aziende nelle condizioni di sfruttare il loro know-how e il loro potenziale tecnologico per accrescere la commercializzazione delle ricerche e dei test sull’atomo.

Le società interessate alla realizzazione di un reattore sperimentale dovranno presentare domanda entro il 21 luglio 2025. La selezione si prospetta competitiva e si baserà su criteri quali la maturità tecnologica, la solidità finanziaria e la capacità di sostenere i costi di progettazione, costruzione, esercizio e smantellamento. Non solo, un requisito fondamentale è la roadmap che vede la conclusione dei lavori entro il 2026. Perché tale tempistica? In occasione del 4 luglio – festa nazionale americana – dell’anno prossimo, gli Usa vogliono mostrare al mondo almeno tre reattori in grado di raggiungere la criticità, ovvero la capacità di avviare e mantenere il processo di produzione energetica senza nessun intervento esterno. Si tratta dunque di una corsa contro il tempo per dare slancio alle tecnologie nucleari di ultima generazione.    

Chris Wright, segretario all’Energia, ha dichiarato che il potenziamento del nucleare civile è rimasto per troppo tempo paralizzato dai lacci della burocrazia e che grazie all’iniziativa del suo dipartimento è possibile imboccare una strada che stimoli non solo l’economia, ma che rafforzi allo stesso tempo la sicurezza dell’America.

Il braccio di ferro con la Cina

Nel frattempo, dall’altra parte del mondo, la Cina si sta dando da fare per arrivare prima nella corsa al nucleare. Il “Rapporto 2025 sullo sviluppo dell’energia nucleare” rivela i passi da gigante che il Dragone sta compiendo: 102 reattori tra operativi, in costruzione o già approvati, che complessivamente valgono la potenza 113 milioni di kilowatt.

Gli Stati Uniti possono ancora consolarsi con il primato mondiale dei 94 reattori già funzionanti mentre la Cina è medaglia d’argento con le sue 58 centrali operative. Ciononostante, Pechino non si scoraggia e coltiva l’ambizione di strappare il primo posto agli Stati Uniti e diventare il principale produttore di energia atomica entro il 2030. Tra le innovazioni cinesi più significative spicca il Linglong 1, un reattore modulare nucleare di dimensioni più piccole e dotato di una maggiore robustezza e flessibilità rispetto agli impianti tradizionali. Tale prototipo è il primo della categoria degli Small Modular Reactors ad essere in fase di realizzazione e sarà funzionale alla riduzione di emissioni di Co2.

Considerando il quadro globale, la Cina corre veloce mentre gli Stati Uniti rilanciano il proprio impegno con un programma che potrebbe trasformare radicalmente il modo in cui il nucleare viene sviluppato e testato. Un’opportunità troppa ghiotta per le aziende americane da lasciarsi scappare se vogliono essere protagoniste del mercato energetico del futuro.