Tasse: le patrimoniali ci costano 45,4 miliardi l’anno
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Quasi metà del gettito arriva da Imu e Tasi
21/04/2018 SANDRA RICCIO www.lastampa.it
Nei giorni scorsi sia l’OCSE sia il Fondo Monetario Internazionale ne hanno chiesto la re-introduzione. E sebbene dal 2016 non paghiamo più la Tasi sull’abitazione principale, dalla CGIA fanno sapere che in quell’anno (ultimo disponibile con dati aggiornati) gli italiani hanno comunque versato al fisco ben 45,4 miliardi di euro di imposte patrimoniali. In poco più di 25 anni la loro incidenza sul Pil è raddoppiata, mentre in termini assoluti il gettito è aumentato di 5 volte.
Ma quante sono le imposte patrimoniali che paghiamo in Italia? «Sono una quindicina – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo - anche se le due imposte che gravano sulle abitazioni e sugli immobili ad uso produttivo e commerciale, ovvero la Tasi e l’Imu, garantiscono quasi la metà del gettito complessivo. Nel 2017, ad esempio, per onorare questi due tributi le famiglie, le imprese e i lavoratori autonomi hanno versato oltre 20 miliardi di euro. Un po’ meno onerose, ma altrettanto invise dai contribuenti, sono le imposte di bollo, che includono anche il prelievo annuale di 34,20 euro sui conti correnti con depositi superiori ai 5 mila euro, quello del 2 per mille sugli strumenti finanziari e il bollo auto».
Fortunatamente il prelievo complessivo riconducibile alle tasse patrimoniali è in calo. «A partire dal 2016 – dichiara il Segretario della CGIA Renato Mason - si è registrata una riduzione del gettito a seguito di una serie di misure introdotte dal Governo Renzi, come l’esenzione del pagamento della Tasi sulla prima casa, l’abolizione dell’Imu agricola e dell’Imu sugli “imbullonati”. Una serie di misure che a livello nazionale ha permesso ai proprietari di immobili residenziali e produttivi di risparmiare 4,3 miliardi di tasse».
Le imposte patrimoniali considerate in questa analisi dall’Ufficio studi della CGIA per il periodo 1990-2016 sono: l’imposta di registro e sostitutiva; le imposte di bollo; l’imposta ipotecaria; i diritti catastali, Ici/Imu/Tasi, il bollo auto, il canone Radio Tv, l’imposta su imbarcazioni e aeromobili, l’imposta sulle transazioni finanziarie; l’imposta sul patrimonio netto delle imprese; le imposte sulle successioni e donazioni; l’imposta straordinaria sugli immobili; l’imposta straordinaria sui depositi; l’imposta sui beni di lusso.
Le imposte patrimoniali sono quelle che di fatto gravano sulla ricchezza posseduta dalle persone in un determinato momento. La ricchezza è intesa in senso ampio e comprende i beni immobili (case, terreni), i beni mobili (auto, moto, aeromobili, imbarcazioni), gli investimenti finanziari, etc. Di solito, nei manuali di diritto tributario le imposte patrimoniali sono classificate come imposte dirette. Nella Tab.1 si può osservare il trend di questa particolare forma di prelievo a partire dal 1990: sia in termini assoluti (in valore nominale) sia in rapporto al Pil.
In termini di gettito, le imposte più impegnative per i contribuenti italiani sono l’Imu e la Tasi: nel 2016 hanno garantito alle casse dello Stato e dei Comuni ben 21,2 miliardi di euro. Seguono l’imposta di bollo (6,8 miliardi di euro), il bollo auto (6,6 miliardi di euro) e l’imposta di registro (5,1 miliardi di euro).