Il bitcoin è cresciuto del 73% in soli 20 giorni. È rischioso?
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Non deve pagare commissioni alla banche o ad altri intermediari per impiegare i suoi soldi.
di Edoardo Narduzzi , 22.8.2017 da www.italiaoggi.it
A fine luglio il bitcoin, la cryptovalute di maggior successo al mondo per capitalizzazione, ha rischiato di entrare in crisi. I miners, cioè i produttori della cryptovalute che necessitano di crescente capacità di calcolo e di energia per decifrare il nuovo codice della catena, non avevano trovato un accordo sulla evoluzione tecnologica per evitare che il troppo successo del bitcoin creasse ingorghi per incapacità della tecnologia di gestire velocemente un numero crescente di transazioni. C'è stata una scissione tra i miners, come se una industria manifatturiera perdesse una parte delle sue fabbriche, ma che non è stata capace di mettere in crisi la corsa del bitcoin.
La valuta digitale è cresciuta del 78,13% da inizio mese allo scorso 20 agosto? Perché così tanti investitori domandano bitcoin? E hanno ragione quelli che la dipingono come una nuova bolla? Esattamente come accadde per la prima fase di internet, la gran parte degli oracoli che si avventurano nel fare previsioni catastrofiche, poco o niente sa delle specificità tecnologiche delle cryptovalute. Che sono oggettivamente una innovazione nel mettere a disposizione uno strumento non cartaceo di pagamento, di fatto senza intermediari.
La competizione tra valute come equilibrio ottimale per creare consumer surplus venne teorizzata qualche decennio fa dal premio Nobel Friederich von Hayek che spiegò, modelli alla mano, perché il monopolio monetario delle banche centrali dovesse essere superato. L'emissione di più valute, però, era tecnicamente complessa fino all'invenzione del bitcoin che ha originato un qualcosa di formidabile per i consumatori: una infrastruttura tecnologica decentrata, cioè senza controllori, sicura, flessibile, scalabile e globale. Una sorta di moneta bionica frutto della migliore intelligenza informatica che lascia il consumatore e l'investitore nella situazione, davvero invidiabile, di poter decidere liberamente cosa fare. Non deve pagare commissioni alla banche o ad altri intermediari per impiegare i suoi soldi.
Come tutte le innovazioni che producono consumer surplus avrà successo. Certo, eccessi nelle valutazioni potranno esserci, come ci furono ai tempi delle prime ferrovie o del primo web, ma che stia emergendo un ecosistema nuovo che tra pochi anni offrirà servizi originali è fuori discussione. Chi grida alla bolla, ragiona solo avvalendosi di categorie della finanza, ma con il bitcoin la potenzialità distruttiva va ben oltre la finanza, che è solo una delle tante possibili specializzazioni della blockchain.