Garanzia di confondere
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Il pasticcio dei “leak” sugli aiuti alle banche non ispira molta fiducia
di Redazione | 02 Luglio 2016 ore 06:18 Foglio - Vincino immagine
Dopo molte speculazioni durante la settimana sull’inondazione di capitali pubblici per le banche italiane, giovedì scorso s’è saputo che domenica 26 giugno la Commissione europea aveva autorizzato l’Italia a predisporre un programma di assistenza fino a 150 miliardi di euro per assicurare liquidità alle banche sane. Liquidità assistita da garanzia statale raccoglibile presso la Bce o sul mercato per aiutare le banche a finanziarsi visto che il segmento delle obbligazioni bancarie è anestetizzato da quando a gennaio è entrato in vigore il paradigma del bail-in che infligge perdite anche agli obbligazionisti di una banca finita in dissesto. Sembra che lo schema serva a prevenire eventuali crisi di fiducia post Brexit.
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Tuttavia le modalità con cui la misura è stata resa nota con equivoche indiscrezioni – è la Commissione ad avere svelato i termini della trattativa – non ispira fiducia né ai mercati né agli osservatori, chissà ai risparmiatori. E’ possibile che il governo volesse tenere tutto segreto finché i corsi borsistici non si fossero ristabiliti dallo choc Brexit ma è stato tradito. E’ pure probabile che si sia trattato di un errore di calcolo. Non è la prima volta che decisioni sensibili sul credito filtrano (e male) sulla stampa – il weekend del bail-in di quattro banche a novembre o la gestazione del fondo salva-banche Atlante. In quest’ultima occasione le informazioni erano confuse e gonfiate – s’era dapprima letto di 40 miliardi di soldi pubblici per ricapitalizzare le banche; cifra che forse rivela quella necessaria ad aumentare il livello di copertura da sofferenze oramai irrecuperabili – col risultato di garantire, senza dubbio, la confusione sui mercati.
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