21-22 settembre 1864. Tumulti, una strage a Torino
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Per la capitale c’è una sola alternativa: Roma. Quando invece si viene a sapere che, per un accordo con la Francia, sarà trasferita a Firenze, sotto la Mole esplode la protesta. I tumulti sono repressi nel sangue: 52 i morti
Cinquantamilagiorni, DallAtri Corriere della Sera
Quando si viene a sapere che, in seguito a un protocollo d’intesa allegato alla Convenzione firmata con la Francia, la capitale d’Italia sarà trasferita a Firenze, a Torino scoppia la protesta. I tumulti sono repressi nel sangue: il bilancio finale parla di 52 morti e 187 feriti. È la prima grande strage del nuovo Regno.
20 settembre 1864
Proteste a Torino, arrestato un prete
• In Torino notasi molta animazione. Verso le 20 certo prete popolano don Ambrogio va qua e là predicando concordia seguito da monelli; i carabinieri lo arrestano; la folla (…) si ingrossa; salta fuori una bandiera e i dimostranti intonano il Noui soumma i’ fioeui d’ Gianduia; girando per la città, gridando sotto i ministeri sotto il municipio, sotto la casa di Peruzzi e altrove, poi sciolgonsi in via Doragrossa. [Comandini]
In piazza: «Abbasso il ministero! Roma o Torino!»
• Il corteo composto da un centinaio di giovani ha sfilato per le strade della capitale gridando: «Abbasso il ministero! Roma o Torino!». Non vogliono che la sede del governo sia spostata da Torino se non per andare a Roma. La protesta si è limitata alle grida. Nessuno scontro con le forze di pubblica sicurezza. Corre voce che sono state sequestrate «alcune caricature provocanti sulla questione che preoccupa Torino». [Op. 21/9/1864]
21 settembre 1864
Il sindaco di Torino invita alla calma
• Il sindaco di Torino pubblica proclama nel quale pur rilevando la gravità del fatto che sta per compiersi, e i diritti dei cittadini da difendere, raccomanda l’ordine e la calma, in attesa che il Parlamento possa liberamente deliberare. [Comandini] «Concittadini! Il Consiglio comunale è altamente penetrato dall’estrema gravità della proposta (...) ma sente del pari che grande aiuto verrà all’opera sua dal contegno severamente ordinato della popolazione». [Op. 22/9/1864]
Il Consiglio comunale in seduta straordinaria
• A Torino il Consiglio comunale discute appassionatamente della situazione: dichiarasi unanime contrario alla Convenzione e vota ordine del giorno impacciato, perché si chiedano spiegazioni al governo. Menabrea, ministro, esce confuso dall’aula; Balbo dichiara di astenersi; Boncompagni, Ponza di San Martino, Sella si sono espressi contro la Convenzione. [Comandini] Il comune userà tutti i «mezzi legali» per limitare i danni agli «interessi municipali» compromessi dal trasferimento della capitale e la Giunta stenderà una relazione particolareggiata sulla questione. [Op. 20/9/1864; Op. 23/9/1864]
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