Alla scoperta della generazione Z cinese. La nuova generazione che sta ridefinendo il futuro della Cina

Categoria: Cultura

Di giorno è una zona caotica di Pechino. I piccoli negozi di souvenir e i ristoranti disposti intorno ai Laghi Housanhai, e lungo gli hutong di..

8 Febbraio 2025 Federico Giuliani insideover.com lettura4’

(Da Pechino) – Di giorno è una zona caotica di Pechino. I piccoli negozi di souvenir e i ristoranti disposti intorno ai Laghi Housanhai, e lungo gli hutong di Yandaixie Street, rendono il distretto di Xicheng un luogo affollato, talvolta caotico, ma per certi versi ancora tranquillo. In questo angolo di Cina, c’è chi fa un giro in barca, chi si dedica al Tai Chi nei pressi del limitrofo Parco Beihai e chi fa tappa all’Huode Zhenjun Temple, tempio taoista conosciuto anche come Fire God Temple.

Di sera l’atmosfera cambia radicalmente. Le luci dei locali riflettono mille colori nell’acqua che dal Ponte d’Argento prosegue verso il lago Qianhai. I giovani riempiono l’intera zona, attratti dalla musica dei club e da un’ambiente che ricorda un incrocio tra la portoghese Albufeira e l’italica Rimini, il tutto con “caratteristiche cinesi”.

I dazi sulle auto elettriche cinesi dell’Unione europea, il braccio di ferro tra Cina e Stati Uniti, i conflitti che scuotono il pianeta, il Partito Comunista Cinese, l’economia e la politica: argomenti del genere non trovano spazio nella nightlife pechinese, che come una bolla raccoglie giovani e giovanissimi, li estranea dalla quotidianità per poi scioglierli in quella che anche un occidentale potrebbe definire “normalità”.

Nightlife made in China

Distretto di Xicheng. Il cartello, scritto con un pennarello indelebile e in un inglese elementare, dice che un Mojito costa 4 yuan, poco più di 50 centesimi di euro. Due ragazzi gestiscono un tavolo bevande amatoriale e offrono agli avventori drink preparati sul momento. Intorno a loro, altri cinesi cercano di attirare l’attenzione della folla offrendo fish pedicure, giocattoli per bambini o tatuaggi temporanei.

Basta spostarsi di poco, e seguire la musica, ed ecco che siamo immersi nella nightlife di una zona popolare di Pechino. Giovani e giovanissimi prendono d’assalto pub in stile occidentale per gustarsi l’esibizione di band. I generi musicali si intrecciano in un tripudio di note: pop in lingua cinese, cover di famosissime canzoni anglosassoni, jazz, country, rock e pure rap.

Diversi media occidentali hanno più volte scritto che la Cina avrebbe messo nel mirino musica e “spettacoli all’occidentale”, così come che il governo cinese si sarebbe attivato per reprimere modelli culturali stranieri e filo occidentali, considerati troppo in contrasto con la tradizione nazionale, per “ripulire l’industria dell’intrattenimento” e per impedire “l’ossessiva ammirazione delle celebrità”.

Sarà anche vero, ma non si nota affatto. In un locale, un sosia dei Bts, il famoso gruppo musicale sudcoreano, si esibisce in un coinvolgente ritornello pop; saluta il locale e la folla all’esterno dell’edificio; invia baci immaginari e si inventa mille pose per farsi immortalare da decine di smartphone che lo puntano con interesse. Accanto a lui la vocalist della band, una ragazza in gonna cortissima e top nero, lo accompagna cantando un ritornello con voce acuta. Il pubblico applaude entusiasta e chiede il bis.

Generazione Z

La generazione Z cinese, a Pechino, si diverte come succede in ogni altra grande capitale del mondo. L’alcol scorre a fiumi sui tavoli prenotati in pub e discoteche. I ragazzi si cercano, si studiano, si divertono senza troppi pensieri o limitazioni. Il loro sogno, semplicissimo, al calare del buio: trascorrere una serata in compagnia di amici.

Possono cambiare stili e budget ma il risultato non cambia. Basta, per esempio, spostarsi di qualche chilometro, lasciare l’aria imperiale di Xicheng e infilarsi nel moderno distretto di Chaoyang per assaporare il lusso più sfrenato.

Tra Sanlitun e il China World Mall ci imbattiamo nella “giovane élite” pechinese. In quella che detta le tendenze, sfoggia le nuove mode, indossa abiti e accessori off limits per la maggior parte dei loro coetanei. Milano impallidisce di fronte all’esorbitante quantità di borse Christian Dior e Louis Vuitton, di sneaker in edizione limitata e berline premium, esibita da questi abitanti della notte.

Altro che disoccupazione giovanile in aumento: l’unica paura sembrerebbe essere quella di non trovare posto nei bistrot internazionali e negli eleganti lounge club disseminati intorno al quartiere degli affari.

La “scatola magica” di Pechino

E di giorno? Uno dei luoghi più trendy, ma al contempo accessibile a ogni tasca, è la “scatola magica di Pechino”: The BOX-Youth Energy Center, emerso come il punto di ritrovo più di tendenza per la comunità locale amante della cultura pop.

È riduttivo definirlo un centro commerciale. Situato all’angolo tra Chaowai Dajie e Fangcaodi Xijie, THE BOX è un progetto di rinnovamento urbano che ha trasformato un centro commerciale tradizionale di oltre 36.291 m² in un centro sociale e commerciale gamificato e multi piano. Il suo obiettivo: rivitalizzare la sinergia urbana di Pechino, nonché offrire esperienze offline e online a giovani e giovanissimi, proponendo arte, intrattenimento, vendita al dettaglio ed esperienze personalizzate.

Altro che lezioni politiche, indottrinamento, boicottaggio di tutto ciò che non è cinese e livore anti occidentale: qui le casse risuonano FukUmean del rapper statunitense Gunna (date un’occhiata al testo per rendervi conto del tema, anche se è intuibile dal titolo) e Toxic di Britney Spears; le tendenze made in Usa vengono addomesticate, fuse con quelle locali e consumate – ma non venerate – dall’intraprendente clientela; si serve cucina internazionale; si vendono brand stranieri (che devono tuttavia fare i conti con l’ascesa dei concorrenti cinesi); si allestiscono mostre in partnership con National Geographic sul potere delle donne (è in programma adesso “Women: Born to Shine”).

La generazione Z cinese, per chi non lo avesse capito (e pure per chi non vuole vederla), è più dinamica che mai.