UN FOGLIO INTERNAZIONALE. La destra senza i giovani. I trentacinquenni di oggi sono tra i meno conservatori della storia

..non si spostano a destra con il passare del tempo”. Libertà, individualismo e una maggiore attenzione ai temi sociali. Per Andrew Sullivan solo così si può sconfiggere la sinistra woke

23 GEN 2023, ilfoglio.it lettura6’

Molte persone di destra e centrodestra stanno iniziando a capire che le giovani generazioni americane di oggi non sono come quelle precedenti. Diventano immature con il passare degli anni. Gli zoomer e i millennial partono da una posizione più di sinistra e – soprattutto – non si spostano a destra con il passare del tempo”. Così inizia l’analisi di Andrew Sullivan sulla sua newsletter Weekly Dish. “Un pezzo virale uscito di recente sull’FT ha dato nuova linfa al dibattito sostenendo che, se i millennial maturassero come le generazioni precedenti, una volta raggiunti i 35 anni sarebbero meno conservatori di cinque punti rispetto alla media nazionale, e diventerebbero gradualmente più conservatori”.

“Ma la realtà è molto diversa; i trentacinquenni di oggi sono tra i meno conservatori della storia – prosegue Sullivan. Le esperienze chiave di questa generazione sono diverse dal passato, e includono le seguenti: entrare nel mercato del lavoro dopo la crisi finanziaria; essere più povero dei tuoi genitori quando avevano la tua stessa età; confrontarti con un mercato immobiliare più caro; scontare l’impatto psicologico e culturale della Brexit e Trump. Questi sono tutti fenomeni del Ventunesimo secolo, che le generazioni precedenti non hanno vissuto. I giovani, culturalmente e socialmente più eterogenei, sono anche comprensibilmente delusi dal successo del neoliberismo. Quindi ovviamente saranno diversi. Quando è arrivato il loro turno sull’ascensore economico, questo si è essenzialmente fermato.

A volte dimentichiamo quanto siano importanti questi fattori. E il più grande errore commesso dai noi centristi o conservatori è quello di assumere che l’indole di sinistra dei giovani – specialmente nelle sue forme più irritanti – sia un prodotto del lavaggio del cervello woke, piuttosto che la risposta a una serie di difficoltà senza precedenti (…) E’ importante fare una distinzione. Il vantaggio della sinistra è dettato dall’essersi rivolta alle difficoltà di questa generazione, una cosa che la destra non ha fatto (…) La destra troppo spesso ha evitato di affrontare i temi, affidandosi a un populismo spicciolo e alla guerra culturale come arma di distrazione di massa. Non credo che i giovani siano inerentemente di sinistra, come lo sono adesso. E’ solamente che la destra non ha offerto loro un’alternativa allettante.

Questo non significa assecondare goffamente le istanze woke. Significa politiche più intelligenti.

Ecco alcune idee ovvie: battersi a favore della costruzione di nuovi immobili, grazie a una deregolamentazione propositiva; espandere l’accesso all’assistenza all’infanzia per le famiglie giovani, e in difficoltà; puntare sull’innovazione scientifica per combattere il cambiamento climatico; espandere il congedo di maternità e paternità; redistribuire la ricchezza dai super ricchi ai lavoratori americani per stabilizzare la società ed evitare che il capitalismo si distrugga da solo; e, soprattutto, celebrare una società eterogenea – e gli individui unici e le interazioni che contribuiscono a renderla così viva e dinamica.

La diversity è un fatto; questo è il motivo per cui il nazionalismo bianco è ripugnate e non ha futuro. Tuttavia, il modo in cui ci adattiamo alla diversity è una scelta. Dobbiamo davvero ricorrere al controllo della lingua, la censura e la cancellazione, oltre a un nuovo, elaborato regime di discriminazione razziale e sessuale attivo e presuntamente benigno? Oppure decidiamo di placare le ossessioni razziali e di genere, di farla finita con la discriminazione e consentiamo a una società libera di risolvere questi problemi da sola, senza imposizioni dall’alto. Tecnicamente la destra sostiene qualcosa lungo queste linee”, anche se spesso perde più tempo a delegittimare i rivali piuttosto che a proporre qualcosa di positivo.

“Pensa al modo in cui i leader repubblicani hanno accolto il Respect for Marriage Act (che impone a tutti gli stati di riconoscere il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ndt): gran parte degli elettori repubblicani sono a favore, e in ogni caso è la legge dello stato, oltre a un modo per dimostrare di capire la nuova generazione. E tuttavia il Gop, fatte alcune eccezioni importanti, non ce l’ha fatta. Se hanno votato a favore lo hanno fatto in modo difensivo, temendo la destra ultra cristiana. Una grande opportunità mancata. Lo stesso discorso vale per i temi legati ai trans e alla razza. Puoi notare che non c’è alcun problema a mantenere la grande iniquità morale della schiavitù e della segregazione davanti alla nostra coscienza collettive; ed è semplicemente vero che gli afroamericani continuano a portare un peso dal passato che è unico nella sua grandezza e profondità. Ed è anche vero che i vecchi sistemi continuano a pesare in modi inaspettati, di cui dovremmo essere più consci. Non minimizzare questo. Non dovrebbe essere minimizzato. Ma poi assumi la posizione di Obama: guarda dove siamo arrivati, e non definire l’America dal suo peccato originario perché c’è molto altro. E poi occupati di ciò che può essere fatto ora: forze dell’ordine che funzionano meglio; assistenza all’infanzia più generosa (…)

E trova delle parole che possano esprimere meglio l’approccio della destra a un paese eterogeneo. Qualcosa lungo queste linee (se mi posso permettere): la sinistra vuole che ti realizzi perché sei nero, ispanico o trans; ma questo ti riduce a una singola parte della tua identità, e lo fa per sempre. Noi ti vogliamo realizzare a prescindere dal tuo colore di pelle, credo, sesso o genere.

Noi abbiamo a cuore tutti gli americani – neri, marroni, bianchi, gay, etero e migranti – in virtù degli individui unici che sono, del carattere che dimostrano, del lavoro duro che svolgono e vogliamo rimuovere ogni ostacolo al loro successo. E poi – continua Sullivan – deridi la neolingua priva di humour, e lo spirito censorio dei nuovi signori woke”. Il vento sta cambiando, secondo Sullivan: molti suoi amici sono più scettici verso quest’ideologia, e sempre più comici hanno banalizzato gli eccessi del progressismo: Joe Rogan, Tim Dillon, Dave Chappelle, Chris Rock, Bill Burr. Loro hanno capito che una società davvero eterogenea non necessita di un cieco conformismo, ma di un sano umorismo.

“Altri personaggi di spicco contestano l’idea che affrancare la diversity significa semplicemente adottare i mantra della setta woke: vengono in mente JK Rowling, Lil Nas X, Mike White, Bari Weiss, Glenn Greenwald e Arnold Schwarzenegger. L’indole naturale dei giovani è di resistere la censura e l’eterodossia. Rivolgetevi a questo spirito. Lasciate sbocciare migliaia di fiori diversi. E fate apparire i woke come i miserabili puritani fissati che sono davvero. Credo che questo conservatorismo in stile South Park piaccia più ai giovani uomini che alle giovani donne. Ma rivolgersi a temi di sostanza come l’assistenza all’infanzia, il congedo di maternità e paternità e il cambiamento climatico può servire a convincere anche le giovani donne. Credo che questi argomenti funzionino anche con le minoranze e gli immigrati che si sono trasferiti in America in parte per lasciarsi alle spalle le loro vecchie identità, e diventare americani nel senso classico (senza trattino) della parola. E notate che queste politiche aiutano tutti, non solo i più giovani.

Quando guardi ai risultati di Ron DeSantis nelle recenti elezioni regionali in Florida, vedi che è perfettamente plausibile definirsi come anti woke e conquistare allo stesso tempo il 61 per cento dei voti degli uomini tra i 18 e 29 anni, il 66 per cento degli uomini sopra i 65 anni e il 47 per cento delle donne nella stessa categoria anagrafica. E’ la prova. Ma se DeSantis vuole vincere al centro, deve dimostrare che il suo amore per la vera diversity è forte come il suo disprezzo per il wokeismo. Questa è la formula per battere i woke: andare oltre loro e l’ossessione con la supremazia bianca e parlare dell’esperimento culturale dinamico che è l’America del 2023. Contrapponi la visione cupa dell’America come un luogo di oppressione oggi prevalente tra l’élite e offri al suo posto libertà e un individualismo eterogeneo. Potresti essere sorpreso dai dividendi elettorali e culturali”.

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