Il Consiglio Ue adotta la Legge sul ripristino della natura: l’Austria sblocca lo stallo, l’Italia vota contro
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Il voto dei ministri dell’Ambiente, riuniti oggi a Bruxelles, mette fine al travagliato iter legislativo della legge più divisiva del Green Deal
17 GIUGNO 2024 - 10:58 di Gianluca Brambilla open.online lettura3’
L’iter di approvazione della Legge sul ripristino della natura, uno dei provvedimenti-simbolo dell’agenda verde europea, ha raggiunto il traguardo finale. Oggi, lunedì 17 giugno, il Consiglio Ue ha adottato il regolamento, mettendo fine a uno stallo di oltre due mesi. Decisivo il voto dell’Austria, che con un ripensamento dell’ultimo minuto si è unita al blocco dei Paesi favorevoli al provvedimento. A votare contro l’adozione è il governo italiano, con il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto che già in passato aveva criticato la Nature restoration law e si era detto preoccupato del possibile impatto sul settore agricolo. Oggi al Consiglio era presente la viceministra Vannia Gava, che ha spiegato così il voto contrario dell’Italia: «Per quanto siano stati introdotti miglioramenti, l’accordo finale resta per noi insoddisfacente. Non possiamo accettare che si vadano ad accrescere gli oneri economici e amministrativi per il settore agricolo».
I negoziati, l’approvazione e lo stallo
La votazione di oggi in Consiglio è passata grazie al voto favorevole di 20 Paesi. Hanno votato contro il provvedimento Italia, Ungheria, Polonia, Paesi Bassi, Finlandia e Svezia, mentre il Belgio si è astenuto. L’intesa tra Parlamento, Commissione e Consiglio Ue sulla legge per il ripristino della natura è stata raggiunta a novembre 2023. Pochi mesi più tardi, a febbraio 2024, l’eurocamera ha approvato il provvedimento in via definitiva e ci si aspettava che il Consiglio avrebbe fatto lo stesso. Il ripensamento dell’Ungheria di Viktor Orbán ha creato invece uno stallo nelle istituzioni europee, con la presidenza belga che si è ritrovata senza una maggioranza in grado di far passare il regolamento. Le elezioni europee hanno contribuito a rallentare ulteriormente la discussione, con alcuni Paesi che temevano un contraccolpo politico in vista dell’appuntamento elettorale. Il Consiglio Ue di oggi ha sbloccato la situazione nell’ultimo vertice utile dei ministri dell’Ambiente prima del passaggio della presidenza di turno dal Belgio all’Ungheria.
Cosa prevede la Nature restoration law
La particolarità della Nature restoration law risiede nel fatto che si tratta di un provvedimento che punta non solo a proteggere le aree naturali a rischio, ma anche a ripristinare quelle già degradate. Secondo le stime della Commissione europea, ad oggi l’80% degli habitat europei versa in condizioni di degrado. In base al regolamento adottato oggi dal Consiglio, i Paesi Ue dovranno ripristinare almeno il 20% delle aree marine e terrestri entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro metà secolo. Secondo Bruxelles, raggiungere questi obiettivi porterà a un beneficio non solo ambientale, ma anche economico. Le stime dell’esecutivo comunitario dicono infatti che ogni euro investito nel ripristino degli ecosistemi si tradurrà in almeno 8 euro guadagnati. A vigilare sull’effettivo rispetto del regolamento sarà l’esecutivo Ue, a cui il Consiglio ha chiesto anche di presentare – entro un anno dopo l’entrata in vigore del provvedimento – una relazione comprensiva delle risorse economiche disponibili a livello comunitario per finanziare tutti gli interventi richiesti.
Greta Thunberg e altri attivisti per il clima protestano davanti al Parlamento europeo di Strasburgo per chiedere l’approvazione della Legge sul ripristino della natura, 11 luglio 2023 (EPA/Julien Warnand)
Un segnale per il futuro del Green Deal?
Il via libera di oggi delle istituzioni europee rappresenta una vittoria importante per i sostenitori del Green Deal, il pacchetto di misure per l’ambiente e il clima attraverso cui l’Unione europea punta a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. La Nature Restoration Law rappresenta uno dei pilastri di questa agenda verde, ma al tempo stesso è uno dei provvedimenti più divisivi. «Siamo ancora sulla buona strada per invertire la perdita di biodiversità, iniziamo ora a lavorare insieme e dimostriamo che l’Ue è ancora all’avanguardia», ha esultato Virginius Sinkevicius, commissario europeo all’Ambiente, dopo il voto di oggi in Consiglio. «Lontano dalle caricature con cui è stata descritta, questa legge ci consentirà di essere più forti di fronte agli impatti del cambiamento climatico», gli ha fatto eco Pascal Canfin, a capo della commissione Ambiente del Parlamento europeo.
Il governo austriaco nel caos
Nel frattempo, il via libera del Consiglio Ue alla Legge sul ripristino della natura ha mandato in tilt il governo austriaco, il cui voto favorevole è risultato decisivo per l’adozione del provvedimento. Il cancelliere Karl Nehmanner ha annunciato che presenterà un ricorso di annullamento davanti alla Corte di giustizia europea. Il motivo? Il voto della ministra dell’Ambiente, Leonore Gewessler (in quota Verdi all’interno della coalizione), va contro la volontà dell’esecutivo. Secondo il Partito popolare austriaco, la ministra avrebbe agito «illegalmente» e il voto andrebbe dunque annullato. Con ogni probabilità, il ricorso presentato dall’Austria non andrebbe lontano. Il voto espresso dal Consiglio è giuridicamente vincolante e diverse fonti di Bruxelles chiariscono che non ci può essere alcuna retromarcia rispetto all’esito della votazione di oggi.